Stars (2016)
Zazà Ramen è lieta di annunciare la mostra personale dell’artista olandese Kees De Goede, che trasformerà il ristorante dal 27 ottobre 2016 all’inizio di maggio 2017.
Stars è sia un’opera d’arte eccezionale, un’unica installazione, sia una moltitudine, un raduno, un raggruppamento di dipinti circolari a se stanti. Si relaziona sia a questo spazio specifico, Zazà, sia allo “spazio” sopra di noi, la notte illuminata dal firmamento.
De Goede è un artista internazionale che ha vissuto e lavorato a lungo nel sud della Francia, a Taipei e New York, oltre che nella sua nativa Olanda. La sua passione per la pittura rinascimentale, in particolare Donatello e Mantegna, l’ha portato in Italia, dove, nel 1991, ha installato due sculture di granito nero e marmo di Carrara nel centro della Civitella d’Agliano, vicino a Viterbo, e nei giardini dell’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte a Firenze (nel 2000).
Le mostre più recenti in Italia dei dipinti di De Goede sono state ad Artissima (Torino) nel 1999, dove la Ron Lang Gallery ha presentato un suo stand personale, e a Zazà Ramen nel 2014, prova della sua stretta collaborazione professionale con Brendan Becht, il co-proprietario e direttore creativo del ristorante; Becht e la sua famiglia collezionano le opere di Goede dall’inizio della sua carriera, specialmente dagli anni Ottanta, quando si è affermato come uno dei principali giovani talenti olandesi insieme a suoi contemporanei come Marlene Dumas.
De Goede è affascinato da forme e proporzioni, serie e varianti, e lavora con materiali apparentemente uguali ma sempre unici —ciò che Deleuze definì “Differenza e ripetizione”. Questo può essere visto nel suo progetto continuativo di disegno su giornali quotidiani; come per “Stars”, ciò funziona come opera singola sebbene composta da elementi separati e ripetuti.
Un altro aspetto costante del suo lavoro è l’uso del classico “tondo”, ovvero tele dalla forma rotonda. È importante sottolineare che fin dagli inizi, nel 1979, queste sono sempre state costruite dallo stesso De Goede, in un primo tempo con elementi naturali come il bambù e la carta di riso, cosa che le ha sempre rese non perfettamente circolari, ponendo la loro efficacia proprio in questo essere evocativamente imperfette.
Ogni Star, cioè ogni stella, è un’opera in se stessa, con una presenza fisica da oggetto d’arte; ma, quando vengono schierate in massa, quando si raggruppano e si scontrano, “creando derive” una con l’altra come anche le idee fanno, entrano in una risonanza abbagliante, vertiginosa e stupefacente, il loro unico campo di forze, come visto di recente nella grande retrospettiva in onore di De Goede, che ha riscosso un grande successo di critica e pubblico, al De Pont Museum.
Le stelle rivelano tutto e niente; “lette” a fondo dagli antichi, dagli astrologi e dagli astronomi, con una letteratura vasta e infinita riguardo al loro significato e importanza, e allo stesso tempo semplicemente ammirate per la loro luce e bellezza, indipendentemente da ogni senso. Nello stesso modo, le Star di De Goede non hanno nessun evidente significato, ne siamo semplicemente attratti per meraviglia, per i loro colori e le loro forme, le composizioni essenziali. Eppure, si potrebbe, come un vaticinatore, anche “leggerle” e “scriverne” a oltranza, interpretandole all’infinito, come simboli e messaggi.
De Goede crede che le opere d’arte debbano avere un significato palese, intrinsecamente appagante, con una generosità mai subordinata a una spiegazione complessa. Per questo, è più che felice di esporre il suo lavoro in un spazio come Zazà, dove può essere apprezzato tra l’amicizia, la convivialità e il piacere del cibo, dove le opere possono “parlare per se stesse” senza sfarzo o pretese.
testo di Adrian Dannatt