Every decision is a final refusal
Dal 1 novembre 2017, Zazà Ramen noodle bar & restaurant presenta un progetto site-specific dell’artista Olandese Job Koelewijn (1962, Spakenburg, Paesi Bassi).
Ogni sei mesi, il famoso ristorante di Via Solferino a Milano dedica all’arte contemporanea un progetto murale, concepito appositamente per il suo spazio, su invito del fondatore Brendan Becht. Spinto dal desiderio di far coesistere spontaneamente arte e cucina, questo appuntamento con la creatività accompagna Zazà Ramen dalla sua fondazione, nel 2013, e ha coinvolto artisti internazionali come Tobias Rehberger, David Tremlett, Kees de Goede, Jan van der Ploeg.
Per questo nuovo momento d’incontro, Brendan Becht ha invitato l’artista concettuale Job Koelewijn a realizzare uno dei suoi tipici murali, disegni a parete in grafite composti da aforismi e frasi letterarie. Realizzati con stencil che, spostandosi lentamente, generano una sovrapposizione del testo che l’occhio percepisce come immagine in movimento, le scritte di Job Koelewijn sono come dei mantra esistenziali. Forme e parole convergono nell’opera, invitando lo spettatore a riflettere sul contenuto del testo, come, in questo caso, “Every decision is a final refusal”, tratto dall’Etica di Baruch Spinoza. A una prima lettura semplice e concisa, la contraddittorietà della frase si manifesta con il tempo e con la sua ripetizione: più la si legge, più diventa penetrante.
In continuità con quelli che l’hanno preceduto, il progetto di Job Koelewijn riempie gli spazi di Zazà Ramen e il tempo dei suoi clienti con stile e discrezione. Esposta sulle pareti di un ristorante, in un contesto non convenzionale, l’arte contemporanea apre nuove prospettive di fruizione e interpretazioni senza precedenti. L’unica cosa da fare è assaggiare uno dei Ramen di Zazà e lasciare che le parole di Job Koelewijn entrino nel proprio ritmo quotidiano.
Job Koelewijn è nato nel 1962 a Spakenburg, Paesi Bassi. Vive e lavora ad Amsterdam. Dopo un incidente d’auto nel 1984, ha deciso di approfondire la sua ricerca personale nel campo dell’arte. Il suo lavoro si basa sulla creazione di installazioni, fotografie, oggetti e multipli che stimolano l’uso di altri sensi oltre alla vista, come l’udito e l’olfatto. Ha partecipato alla Biennale di Venezia del 2001, ricoprendo Palazzo Ca’ Zenobio di polvere profumata per bambini. Job Koelewijn è anche profondamente influenzato da letteratura e poesia —in particolar modo da Samuel Beckett e Dante — e riferimenti letterari appaiono fisicamente nelle sue installazioni, da pagine o copertine di libri, ad aforismi e citazioni su muri. Nel 2008, il De Pont Museum di Tilburg gli ha dedicato un’importante retrospettiva intitolata Loco Motion.
testo di Giulia Bortoluzzi