Michele Lombardelli
Zazà Ramen sake bar & restaurant presenta Untitled Cloth, l’intervento site-specific di Michele Lombardelli negli spazi del ristorante di via Solferino.
Michele Lombardelli si affida da sempre a una ricerca trasversale, in cui la sperimentazione di linguaggi si muove contemporaneamente verso la pittura come segno, l’immagine fotografica come testo, il libro come oggetto d’indagine e il suono come materia di esplorazione, per parafrasare il testo che Vittoria Broggini ha scritto per la sua personale al Museo MA*GA di Gallarate lo scorso anno.
In occasione di Untitled Cloth, Lombardelli parte da un pattern cromatico per creare un’installazione ambientale che restituisce una sintesi di alcuni aspetti del suo lavoro. Occupando la parete a destra dell’ingresso del ristorante, l’artista presenta due teli che, per un totale di 8 metri, sono fissati al muro. I colori selezionati sono bronzo, ruggine, ceruleo e nero e sono stampati su un tessuto dalle caratteristiche peculiari: se da un lato il materiale è leggero, evanescente, onirico, d’altro canto è molto resistente, viene impiegato anche nel mondo nautico e consente di imprimere il rigore di un motivo geometrico su una superficie cangiante e trasparente. Questo velo, che si muove leggermente al passaggio dei clienti che animano le stanze del ristorante come se fosse una tenda, è senza cuciture per dare l’effetto di un taglio netto e per pensare a una superficie che potrebbe continuare, senza un orlo che lo delimiti. La sintesi dell’intervento site-specific che Michele Lombardelli ha pensato per Zazà Ramen rimanda ai suoi mondi, in particolare a quello pittorico musicale, accentuando l’attitudine ambientale ed espansiva dei suoi pattern. Per completare l’intervento, l’artista ha realizzato un multiplo dal titolo Untitled Cloth Project, che consiste in una edizione a stampa xilografica, fisicamente eseguita dall’artista utilizzando lo strumento baren della tradizione giapponese, l’edizione si compone di12 esemplari.
Il programma espositivo, che prosegue fino al 30 settembre, prevede inoltre che l’artista intervenga presso gli spazi con alcune serate dedicate ai suoni della scena tradizionale e sperimentale giapponese, per creare un legame ancora più profondo con il progetto culinario di Brendan Becht, titolare del ristorante.
Michele Lombardelli (Cremona, 1968)
Tra le mostre, si ricordano le personali: Museo MA*GA, Gallarate, Spazio Kappanoun, Bologna, A+B Gallery, Brescia; Arrivada, Milano; La Rada, Locarno; Sala delle Colonne, Corbetta MI; MOT International, Londra; AMT, Milano; Bonelli Contemporary, Los Angeles; A+M bookstore, Milano; Museo Arte Contemporanea, Lissone.Hanno inoltre ospitato il suo lavoro: MA*GA di Gallarate; Assab One, Milano; CeSAC, Caraglio; Chateau de Chillon, Montreaux; La Triennale, Milano.Suoi libri d’artista sono stati esposti in istituzioni quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma;Casa del Mantegna, Mantova; Musée Cantonal Des Beaux Arts, Lausanne; Museo MA*GA, Gallarate; La Triennale, Milano. Tra le pubblicazioni: Echo Park Comfort Inn, A+M bookstore, Milano 2003; Los Angeles 1989/Tokyo 1991, Humboldt Books, Milano 2017, California, Humboldt Books, Milano 2020, segnalato da Rolling Stone tra i sette migliori libri fotografici dell’anno; Untitled, Postmedia Books, Milano 2022