HERMANN BERGAMELLI
Ottobre 2022 -Marzo 2023

Hermann Bergamelli

L’ULTIMO PASTO È UNA COPPA DI RAMEN

Zazà Ramen presenta “L’ultimo pasto è una coppa di ramen”, l’intervento site-specific di Hermann Bergamelli negli spazi del ristorante di via Solferino.

La progettualità legata all’arte contemporanea che Zazà Ramen ha intrapreso dal 2014, questa volta vede la collaborazione con l’artista rappresentato da A+B Gallery di Brescia.
La fascinazione di Brendan Becht, titolare del ristorante, per il lavoro di Herman Bergamelli è nata da un colpo di fulmine, grazie all’incontro casuale con la sua opera. Da quel momento è partito un dialogo tra i due, alimentato sia dalla sensibilità per l’arte di Brendan, sia dalla passione per la cucina dell’artista. L’entusiasmo per questa relazione ha condotto in modo naturale e spontaneo alla decisione di lavorare insieme negli spazi di via Solferino.
“L’ultimo pasto è una coppa di ramen” di Bergamelli è stata concepita per un contesto diverso rispetto a uno spazio espositivo tradizionale e il fatto di essere in un luogo che accoglie un pubblico trasversale ha portato l’artista a misurare il suo codice espressivo con la parete di ingresso del ristorante, ripensando al concetto di spazio e di vivibilità, di accoglienza e di spontaneità.

Il titolo dell’opera nasce da due fonti. La prima risale al titolo della puntata 80 della seconda serie di Lupin III, serie in cui Zazà è il soprannome del commissario Zenigata. Il secondo è legato all’attinenza strutturale tra il lavoro di Bergamelli e il ramen, dove la stratificazione di elementi, che nel ramen corrisponde agli ingredienti, nel lavoro su tela si traduce nella varietà cromatica.

L’installazione ricopre l’intera parete, con un’altezza di 3,5 metri e una larghezza di 4,7 metri. Il materiale utilizzato è quello che contraddistingue gran parte del lavoro di Bergamelli, ovvero il tessuto: 100 metri di cotone misto lino tinto, tagliato, suddiviso, strappato, cucito e sovrapposto, per essere restituito, in gran parte nelle declinazioni del verde e del blu, in una dimensione temporale mutata ed estesa che ricopre un arco di due anni di lavoro. Le diverse unità che si sovrappongono e compongono l’installazione, con un andamento dinamico e modulare, hanno infatti storie differenti, alcune si trovavano già nello studio dell’artista, altre sono state eseguite recentemente, ma tutte sono contraddistinte da un metodo rigoroso, quasi meccanico, dove le irregolarità sono il dettaglio, i tagli a vivo sono sfilacciati e i fili pendono per spezzare una routine scandita da una pratica estremamente controllata.
L’opera si presenta in modo imponente per abitare gli spazi del ristorante per cui è stata appositamente studiata e non per essere percepita come una decorazione. I diversi livelli di stratificazione e l’andamento dal ritmo vivace delle diverse unità sono percettibili e, essendo a ridosso della parete accanto alla vetrina, offre la possibilità di fruizione anche ai passanti.

L’intervento è visitabile fino alla fine del mese di marzo del 2023.

Hermann Bergamelli (1990) è nato a Bergamo dove vive e lavora. Si è diplomato nel 2016 in Nuove Tecnologie per le Arti dell’Accademia di Bergamo e ha frequentato nel 2018 una Scolarship alla Central Saint Martins di Londra. Tra le mostre recenti, la personale Electro Glide in Blu a cura di Irene Sofia Comi da A+B Gallery, l’intervento installativo per Ricominciare dal Silenzio Festival, passante ferroviario di Milano Porta Garibaldi, la collettiva 15-The Waiting Hall da A+B Gallery, Brescia; I’ll be Home Tonight a The House, Milano; la personale Tòtòc da Rehearsal a Milano; e la partecipazione al festival ArtDate con The Blank Contemporary Art a Bergamo.

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